venerdì 17 gennaio 2014

Connettoma.

Quello che la curiosità e la volontà umane hanno originato in capo alla scienza in questi secoli, ha permesso   di dare una serie di rispose a domande di enorme peso intellettuale fra le quali due in particolar modo difficili e pregnanti: da dove veniamo e di cosa siamo fatti. Palesato che fisica, cosmologia e astrofisica hanno risposto alla prima (attualmente in approfondimento con nuove teorie di meccanica quantistica) e chimica, biologia molecolare e genetica hanno risposto alla seconda, rimangono altre domande, per il momento, senza risposta.

Quali sono le ragioni che spingono al miglioramento della propria persona, del proprio status sociale, del proprio livello economico, del proprio benessere psicofisico,  in poche parole, all'aumento della qualità della vita? Cosa spinge un individuo a perpetrare determinati comportamenti sociali, a instaurare  certi schemi mentali alcune volte addirittura patologici?  Cosa "guasta" i meccanismi del pensiero e cosa, invece, li potenzia?
La domanda, quella che ci segue da quando siamo nati, quella per la quale chi si interroga è disposto a studiare, ad indagare, a porsi numerosi quesiti di differente natura e percorrere molteplici vie pur di trovare la soluzione,  è sempre la stessa: "Io chi sono veramente?"
Proprio da questa necessità di risposte nasce la scienza del futuro, una scienza della mente, anzi, del cervello. 
La neuroscienza, fra le tante cose, si prefigge di svelare la struttura biologica del pensiero, della memoria, dell'emozione, del comportamento; imponendosi di colmare le lacune della quasi obsoleta psicoanalisi. Disciplina, quest'ultima, povera di prove scientifiche atte ad avvalorare teorie che si stanno però dimostrando ottime intuizioni, punti di partenza, su cui indagare a livello più approfondito.

Così, data la vastità del lavoro da compiere, mentre ogni neuroscienziato si dedica ad uno specifico settore del complesso apparato cerebrale, ce n'è uno in particolare che ha una sua visione e una sua teoria e si propone di svelare la struttura stessa della coscienza. Sebastian Seung ha in mente di tracciare una mappa definitiva delle reti neurali che compongono il nostro sinstema nervoso centrale, il Connettoma, appunto. Questo, al pari del DNA in seno alla genetica, dovrebbe svelare le caratteristiche specifiche che ci rendono differenti gli uni dagli altri anche nelle facoltà cognitive.
Per condurre la medesima ricerca su un organismo semplice come quello del verme nematode Caenorhabditis elegans, possessore di solo 300 neuroni per un totale di 7000 modestissime connessioni, c'è voluto grosso modo un decennio. Progetto ambizioso dunque quello di Sebastian Seung date le non trascurabili differenze col nostro sistema neuronale dotato di 100 miliardi di neuroni e molte, molte migliaia di volte più connessioni.

Buona visione



 Per visualizzare il video sottotitolato in italiano segui il link qui sotto:

http://www.ted.com/talks/lang/it/sebastian_seung.html

Nessun commento:

Posta un commento