giovedì 24 luglio 2014

Progetto Beyond e la visuale dell'unità oltre le religioni

Tina Turner ritorna questa estate con un nuovo album: "Love Within - Beyond", progetto ambizioso che unisce vari credo religiosi e spirituali in un'unica forte preghiera sotto forma musicale.

Tutto ha inizio nel 2005 quando, durante la convocazione di una cerimonia interreligiosa, le parole di Sua Santità il Dalai Lama spronano alla tolleranza ed alla comprensione reciproca, valori che si incontrano nei messaggi di ogni credo. Queste parole toccano due cantanti di diversa estrazione religiosa:  la soprano svizzera Regula Curti di estrazione cristiana e la cantante tibetana Dechen Shak-Dagsay di estrazione buddista, che decidono di realizzare un CD con mantra buddisti e preghiere cristiane. 

Questa  fusione "manifesta" un album uscito nel 2009 dal titolo "Beyond" che ha lo scopo di comunicare messaggi di pace e unità. Nel progetto fin da subito è coinvolta anche Tina Turner.
Le artiste replicano anche nel 2011 con l'uscita dell'album "Children Beyond" nel quale i canti e le preghiere sono accompagnati da cori di bambini.




L'album atteso per quest'anno vede la partecipazione, oltre che del solito trio, anche di una nuova figura femminile: Sawani Shende, cantante indiana. Pur mantenendo i propositi dei primi album questo è dedicato in particolare alla pazienza, tolleranza e comprensione tipiche della forza femminile insita in ognuno.

 E' un album che celebra le figure femminili di molte religioni e le sue preghiere vengono cantate in lingue come il latino, l'aramaico, il sanscrito e l'hindi.
Gli strumenti tipici riconoscibili fra gli altri sono: il corno alpino, il sitar, le campane tibetane, il duduk armeno e le percusioni indiane.

(clicca sui nomi degli strumenti se vuoi apprezzarne il suono)





Non ho dubbi che quest'album sarà come i precedenti: una carezza per le nostre orecchie e un balsamo per le nostre anime.

 “I go Beyond my history, beyond my life experience, my wounds and my sufferings. I go beyond, beyond.” Tina Turner

"Io vado Oltre la mia storia, Oltre le mie esperienze di vita, le mie ferite e le mie sofferenze. Io vado Oltre, Oltre." Tina Turner


Pace dell'Io oltre ogni comprensione.


Per approfondimenti trovate altre informazioni qui: Tina Turner Blog

venerdì 11 aprile 2014

Leggere tra le righe

Leggendo un romanzo breve scritto da un mio conoscente ho avuto modo di riflettere sull'importanza delle parole, della scrittura e del fermare le idee su un foglio sia esso di carta che elettronico. Non che non lo avessi già fatto in precedenza ma questa volta la questione è riuscita a scuotermi più che in altri momenti.

Non è un caso che psicologi e psicoterapeuti facciano scrivere una sorta di diario ai loro pazienti. C'è chi, addirittura, si spinge effettivamente oltre e raccomanda la scrittura di una favola o una novella come metodo terapeutico. Tra l'altro anche moltissime altre forme d'arte come la musica, la pittura, il disegno, la ceramica, la scultura ecc. possono aiutare la nostra psiche a stare meglio dandoci quella serenità e soddisfazione che, certe volte, ci vengono sottratte dallo stress quotidiano o dalle aspettative delle persone.

Io stessa, nell'introdurre il blog, ho scritto una sorta di filastrocca per meglio descrivere l'intenzione e l'idea primaria di fondo.
La mia esperienza con quest'arte nasceva in età adolescenziale quando mi cimentavo nella stesura di racconti per ragazzi  e fiabe, ovviamente mai pubblicati e tenuti gelosamente sotto chiave.

Essendo una romantica, ho sempre preferito scrivere con carta e penna. Solo recentemente, costretta dai tempi stringenti e dal ritmo incalzante della società, mi sono decisa a scrivere tutto, o quasi, al PC. 

Rimango dunque dell'idea che scrivere a mano non solo sia un bell'esercizio di stile ma ricordi verosimilmente un atto meditativo: la penna scorre ed è un fluire lento e pacifico di energia vitale e consapevolezza, che probabilmente si accorda meglio anche con i ritmi del vero Sé.
 La magia dell'inchiostro che scorre sul foglio è indescrivibile e impagabile, molto spesso mi sono trovata a pensare che non fossi realmente io l'artefice di quelle vergate quanto un'entità sconosciuta e sovrumana che mi guidava inesorabile.
Ma riflettendoci, se vogliamo, è quasi quel che succede. Spesso avverto che per quello stato di grazia passi il mio subconscio... che venga fuori una sorta di spirito mistico e completi per me le frasi. Un'idea che mi piace molto. A quanto pare poi non sono l'unica a pensarlo, guardate questo video e capirete. Così come capirete che se ci piace fare qualcosa è bene farla, semplicemente, senza crearci aspettative, senza paranoie.





Per la versione del video sottotitolata in italiano clicca qui.


Insomma, scrivere con questa consapevolezza diventa un atto privo di depotenziamenti egoici; poiché se è l'energia -o coscienza collettiva, chiamatela come volete- a scrivere per noi possiamo starcene al sicuro e protetti da ogni disagio.

Tornando all'importanza di fermare sulla carta i propri pensieri: si tratta di un metodo che ci mette in contatto con quella parte più profonda e vera di noi stessi. Quella parte che vorrebbe partecipare alla nostra vita ed alle nostre decisioni ma non osa, confinata com'è in un cantuccio dalle ferree regole e dalle logiche della società occidentale. 

Il sistema di scrivere per prendere consapevolezza delle proprie risorse e potenzialità è molto diffuso anche nelle cosiddette "arti della crescita personale", una delle cui regole fondamentali è proprio quella di fermare su un foglio le proprie finalità, l'intenzione o l'obbiettivo da perseguire. 

Funziona?

Il pensiero interiore, il chiacchiericcio continuo della mente è confuso ed irrefrenabile, è un'energia che va al di là delle nostre capacità di sopportazione. Spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto ma l'affollamento di pensieri accavallati e inesorabili ci impedisce di vedere la realtà per ciò che è. Attenzione, pensare non è sbagliato, è fisiologico! Filtriamo però ogni informazione "reale" con una realtà fittizia imposta dal nostro livello di stress e influenze esterne di vario tipo; spesso trasposizioni di dubbi degli altri o di angosce che in molti casi si trasformano in ansie, paure, depressioni, incertezze, tristezza. 

In mezzo a pensieri nefasti però ci sono moltissimi penseri positivi, creativi, luminosi ed entusiasmanti, molto fantasiosi e al di là di schemi rigidi e regole sociali, fisiche e logiche. Questo enorme potenziale, questi pensieri oscuri e luminosi entrano in conflitto tra loro e, com'è noto, al cervello il conflitto non piace. 

Il conflitto ci fa perdere tempo prezioso, e  noi siamo programmati per apprendere velocemente e proteggerci dal superfluo e dalla valutazione continua. Di questi tempi siamo immersi in un'ipervelocità che non è propria del nostro sistema bio-fisico, ci adattiamo come possiamo ma commettiamo degli errori  perché la mente inconscia non distingue tra quello che gli sta accadendo davvero e quello che è un semplice pensiero. Capita così che sistemi le cose com'è abituata a fare: con la parte razionale, eliminando ogni possibilità non aderente a ciò che conosce, nascondendo come può le incongruenze tra quello che vorrebbe e quello che le è stato imposto.

 Si tratta di meccanismi che, in alcuni casi sono utili in altri meno, specie quando si ha a che fare con energie potentissime come quelle dello spirito e dell'elevazione; forze che se dovessero rimanere rinchiuse in noi per troppo tempo comincerebbero a dare qualche problemino. 
Ecco dove è utile la scrittura: buttare fuori l'energia in più, una sorta di pianto liberatorio e guaritore, senza aspettative, senza preconcetti, senza ego. 
Scrivere riunisce le forze opposte, dà loro una logica, un fine, un'armonia, le palesa, in un certo senso, ce le offre meno complesse di quel che sono e, quasi sorprendentemente, ciò che ci appariva confuso si riequilibra, si compenetra nell'essenza e noi stiamo meglio. In questo senso funziona eccome!


Anche per tali motivazioni, l'anno scorso, nasceva MacropotenziArti. 
Avevo bisogno di discutere delle questioni dell'Io, del vero Sé, e quale migliore occasione se non quella di tenere un diario che aiutasse me e chiunque volesse a capire qualcosa dei profondi moti interiori. 
 Ecco perché sento la necessità, in questo articolo, di ribadire che le cose che scrivo qui le dico a me. Non vi è pretesa di consiglio, se non a quella mia parte che spesso vacilla e pare scordarsi di cose ovvie e semplici. Leggere tra le righe è semplice, basta non fermarsi alle apparenze, scrivere tra le righe come dico io, cioè per se stessi, forse è un po' più difficile ma sicuramente... una bella sfida.

giovedì 13 marzo 2014

L'importanza di una piuma e la logica del girasole.




"La vita è come andare in bicicletta. Per mantenere l'equilibrio devi muoverti."

Albert Einstein




Molto spesso sentiamo parlare di equilibrio, questo termine lo udiamo  davvero un po' ovunque: nelle palestre, in ambito medico e scientifico, nella vita quotidiana. Lo cerchiamo come l'aria e lo troviamo dappertutto.  Pensiamo alla struttura di un atomo,  ad esempio, alla disposizione di una galassia oppure alla sistemazione delle file di frutti in un girasole; osserviamo le spirali di una pigna o quella logaritmica di un nautilus, ammiriamo l'incredibile geometria di un cristallo di ghiaccio ed ecco che l'equilibrio si presenta in tutta la sua perfetta logica.






Dalla piramide di Tartaglia alla sequenza di Fibonacci passiamo spediti per la sezione aurea, che i Greci usavano per le costruzioni architettoniche e le opere artistiche in generale, rapporto armonico che possiamo ammirare ancora nelle piramidi egizie, nel Partenone, in moltissime composizioni musicali. Non a caso musicalmente si parla di "armonia".

Definizioni di equilibrio le potete trovare in ambito chimico, fisico, meccanico, medico, artistico, astronomico, filosofico, religioso, spirituale: in tutte le culture di tutti i tempi.


Ci sarà un perché?


La ricerca dell'equilibrio è una parte importante se non fondamentale dell'esistenza stessa.

L'equilibrio è tutto e niente, è pienezza e vuoto insieme, è fuoco e acqua, aria e terra, come la piuma alla base del volo, come la piuma nel video qui sotto... Una piuma leggera sostenuta da bastoni di palma... fintanto che non si scopre che essa non è sostenuta proprio da un bel niente ma, al contrario, è la piuma a sostenere. Paradosso? Assolutamente sì ed è ciò che noi definiamo equilibrio.














photo credit: CharlesFred via photopin cc

lunedì 27 gennaio 2014

La propulsione perpetua

Quanto spesso ci si trova a dover iniziare da capo un percorso? Quante volte ci sembra che non possiamo farcela e ci sentiamo stanchi di tutto? 
A me capita, a molti capita, quindi è una situazione del tutto normale che generalmente si risolve nel giro di pochi giorni se non di poche ore. Ma quando dura tanto tempo? Avete mai la sensazione che nonostante tutti gli sforzi che facciate siate sempre al punto di partenza?
Vi capita mai di avere tantissime idee e non riuscire a metterne in atto nemmeno una?

All'inizio del mio percorso di riflessione su cosa stessi combinando nella vita e dove volessi dirigere il passo, avevo la netta sensazione di aver perso una cospicua parte del tempo a rimuginare sulle solite cose infruttuose. Volevo partire ma non sapevo bene cosa fare, da dove cominciare. Mi guardavo attorno, cercavo dentro me stessa ma non c'era mai nulla di ben definito. Le passioni sono sempre state tante: disegno, fumetto, pittura, scrittura, musica. C'erano tante cose sulle quali avevo necessità di concentrarmi e non volevo rinunciare a nessuna di queste. Per dedicarmi a ciascuna, col medesimo impegno e la medesima  passione, ci voleva tempo. Per contro c'erano un altro bel mucchio di cose che mi portavano via ore preziose e non lasciavano in me nulla di costruttivo: i Social erano una di queste cose, la TV un'altra.

 La questione TV è un pochino complessa anche perché stava accesa dalla mattina alla sera ma non la guardavo, era accesa per "farmi compagnia". Eccolo il punto! Analizzando per benino la questione, TV e Social non sono molto differenti tra loro: entrambi focalizzano la tua attenzione su cose che non ti riguardano personalmente, sui fatti degli altri ad esempio, su cose futili, questioni inutili, giochini perditempo. Ci stai dietro perché ti fanno compagnia, perché ti senti solo, perché in definitiva non sai stare con te stesso.
Poi ti accorgi che qualcosa non torna, che non sei felice, anzi, che c'è molto che non va e decidi di cambiare.

"Si ma questo cosa c'entra col non riuscire a continuare un progetto o portare a termine ciò che si è deciso di fare?"

Un momento che ci arrivo...

Quando decidiamo di spegnere, quando decidiamo di attuare qualche cambiamento, inizialmente ogni rumore di fondo scompare e c'è talmente tanto silenzio attorno che la tua identità più profonda inizia a parlarti. Quando lo fa ti sorprendi perché non sta parlando di cose che vuoi sentire, ma di cose che non ti aspetti. Eri talmente immerso in rumori, suoni, parole altrui che non sei più in grado di connetterti con la parte incontaminata di te. Questo, certamente ti destabilizza, perciò a dispetto di tutto quello che ti sei proposto, pur di non sentire quella parte di te, ritorni al vecchio sistema che ti catapulta in un limbo senza fine. Quindi le cose sono due: o hai perso completamente l'amore per te stesso o la strada che hai deciso di intraprendere non ti appartiene ma è frutto di influenze esterne, insomma, la scelta che pensi di aver fatto non è tua. 



Quella sensazione sgradevole che stai facendo le cose perché hai una pistola puntata contro deve sparire! 

E per la cronaca, quando ho fatto questo disegno è stata l'ultima volta che ho avuto la pistola puntata contro. Questo disegno è stato il mio mantra per parecchio tempo mi ha liberata da una moltitudine di sensazioni sgradevoli.
Ho scoperto ed applicato quella che amo definire "legge della propulsione perpetua": la forza che consente di mantenere il moto costante e che entra in gioco ogni qual volta, per cause diverse, la volontà originaria viene meno"

"E come faccio? Cosa sarebbe?"

Prendi contatto con te stesso, non cercare di pensare a quello che farebbero gli altri nella tua stessa situazione, pensa a quello che faresti tu. Non immaginarti con gli occhi puntati addosso, col giudizio che incombe. Pensa solo a quello che ti fa stare bene a ciò che ti rende felice, al tuo modo unico ed inimitabile di fare le cose. Io lo faccio disegnando e meditando ma ciascuno può cercare il proprio metodo e applicarlo.

Amati, trova un modo per farti contento, renditi felice e infischiatene del giudizio.

La propulsione perpetua viene attivata quindi quando trovi il tempo, ogni giorno, di motivarti con determinazione: vuoi raggiungere la meta e per farlo segui il tuo piano d'azione, la tua tabella di marcia, i tuoi programmi. Il giudizio degli altri in alcuni casi può essere utile per migliorarsi ma non dovrebbe mai essere il motivo principale che ti spinge ad intraprendere un percorso. Quello che fai lo puoi fare per te stesso, lo vuoi fare perché ti stimola, ti arricchisce, ti fa stare da dio e mai perché devi!

Questo sistema con me funziona alla grande.
Ditemi cosa fate voi per motivarvi, tenere alto il morale e migliorare la qualità della vostra vita.

venerdì 17 gennaio 2014

Connettoma.

Quello che la curiosità e la volontà umane hanno originato in capo alla scienza in questi secoli, ha permesso   di dare una serie di rispose a domande di enorme peso intellettuale fra le quali due in particolar modo difficili e pregnanti: da dove veniamo e di cosa siamo fatti. Palesato che fisica, cosmologia e astrofisica hanno risposto alla prima (attualmente in approfondimento con nuove teorie di meccanica quantistica) e chimica, biologia molecolare e genetica hanno risposto alla seconda, rimangono altre domande, per il momento, senza risposta.

Quali sono le ragioni che spingono al miglioramento della propria persona, del proprio status sociale, del proprio livello economico, del proprio benessere psicofisico,  in poche parole, all'aumento della qualità della vita? Cosa spinge un individuo a perpetrare determinati comportamenti sociali, a instaurare  certi schemi mentali alcune volte addirittura patologici?  Cosa "guasta" i meccanismi del pensiero e cosa, invece, li potenzia?
La domanda, quella che ci segue da quando siamo nati, quella per la quale chi si interroga è disposto a studiare, ad indagare, a porsi numerosi quesiti di differente natura e percorrere molteplici vie pur di trovare la soluzione,  è sempre la stessa: "Io chi sono veramente?"
Proprio da questa necessità di risposte nasce la scienza del futuro, una scienza della mente, anzi, del cervello. 
La neuroscienza, fra le tante cose, si prefigge di svelare la struttura biologica del pensiero, della memoria, dell'emozione, del comportamento; imponendosi di colmare le lacune della quasi obsoleta psicoanalisi. Disciplina, quest'ultima, povera di prove scientifiche atte ad avvalorare teorie che si stanno però dimostrando ottime intuizioni, punti di partenza, su cui indagare a livello più approfondito.

Così, data la vastità del lavoro da compiere, mentre ogni neuroscienziato si dedica ad uno specifico settore del complesso apparato cerebrale, ce n'è uno in particolare che ha una sua visione e una sua teoria e si propone di svelare la struttura stessa della coscienza. Sebastian Seung ha in mente di tracciare una mappa definitiva delle reti neurali che compongono il nostro sinstema nervoso centrale, il Connettoma, appunto. Questo, al pari del DNA in seno alla genetica, dovrebbe svelare le caratteristiche specifiche che ci rendono differenti gli uni dagli altri anche nelle facoltà cognitive.
Per condurre la medesima ricerca su un organismo semplice come quello del verme nematode Caenorhabditis elegans, possessore di solo 300 neuroni per un totale di 7000 modestissime connessioni, c'è voluto grosso modo un decennio. Progetto ambizioso dunque quello di Sebastian Seung date le non trascurabili differenze col nostro sistema neuronale dotato di 100 miliardi di neuroni e molte, molte migliaia di volte più connessioni.

Buona visione



 Per visualizzare il video sottotitolato in italiano segui il link qui sotto:

http://www.ted.com/talks/lang/it/sebastian_seung.html