lunedì 27 gennaio 2014

La propulsione perpetua

Quanto spesso ci si trova a dover iniziare da capo un percorso? Quante volte ci sembra che non possiamo farcela e ci sentiamo stanchi di tutto? 
A me capita, a molti capita, quindi è una situazione del tutto normale che generalmente si risolve nel giro di pochi giorni se non di poche ore. Ma quando dura tanto tempo? Avete mai la sensazione che nonostante tutti gli sforzi che facciate siate sempre al punto di partenza?
Vi capita mai di avere tantissime idee e non riuscire a metterne in atto nemmeno una?

All'inizio del mio percorso di riflessione su cosa stessi combinando nella vita e dove volessi dirigere il passo, avevo la netta sensazione di aver perso una cospicua parte del tempo a rimuginare sulle solite cose infruttuose. Volevo partire ma non sapevo bene cosa fare, da dove cominciare. Mi guardavo attorno, cercavo dentro me stessa ma non c'era mai nulla di ben definito. Le passioni sono sempre state tante: disegno, fumetto, pittura, scrittura, musica. C'erano tante cose sulle quali avevo necessità di concentrarmi e non volevo rinunciare a nessuna di queste. Per dedicarmi a ciascuna, col medesimo impegno e la medesima  passione, ci voleva tempo. Per contro c'erano un altro bel mucchio di cose che mi portavano via ore preziose e non lasciavano in me nulla di costruttivo: i Social erano una di queste cose, la TV un'altra.

 La questione TV è un pochino complessa anche perché stava accesa dalla mattina alla sera ma non la guardavo, era accesa per "farmi compagnia". Eccolo il punto! Analizzando per benino la questione, TV e Social non sono molto differenti tra loro: entrambi focalizzano la tua attenzione su cose che non ti riguardano personalmente, sui fatti degli altri ad esempio, su cose futili, questioni inutili, giochini perditempo. Ci stai dietro perché ti fanno compagnia, perché ti senti solo, perché in definitiva non sai stare con te stesso.
Poi ti accorgi che qualcosa non torna, che non sei felice, anzi, che c'è molto che non va e decidi di cambiare.

"Si ma questo cosa c'entra col non riuscire a continuare un progetto o portare a termine ciò che si è deciso di fare?"

Un momento che ci arrivo...

Quando decidiamo di spegnere, quando decidiamo di attuare qualche cambiamento, inizialmente ogni rumore di fondo scompare e c'è talmente tanto silenzio attorno che la tua identità più profonda inizia a parlarti. Quando lo fa ti sorprendi perché non sta parlando di cose che vuoi sentire, ma di cose che non ti aspetti. Eri talmente immerso in rumori, suoni, parole altrui che non sei più in grado di connetterti con la parte incontaminata di te. Questo, certamente ti destabilizza, perciò a dispetto di tutto quello che ti sei proposto, pur di non sentire quella parte di te, ritorni al vecchio sistema che ti catapulta in un limbo senza fine. Quindi le cose sono due: o hai perso completamente l'amore per te stesso o la strada che hai deciso di intraprendere non ti appartiene ma è frutto di influenze esterne, insomma, la scelta che pensi di aver fatto non è tua. 



Quella sensazione sgradevole che stai facendo le cose perché hai una pistola puntata contro deve sparire! 

E per la cronaca, quando ho fatto questo disegno è stata l'ultima volta che ho avuto la pistola puntata contro. Questo disegno è stato il mio mantra per parecchio tempo mi ha liberata da una moltitudine di sensazioni sgradevoli.
Ho scoperto ed applicato quella che amo definire "legge della propulsione perpetua": la forza che consente di mantenere il moto costante e che entra in gioco ogni qual volta, per cause diverse, la volontà originaria viene meno"

"E come faccio? Cosa sarebbe?"

Prendi contatto con te stesso, non cercare di pensare a quello che farebbero gli altri nella tua stessa situazione, pensa a quello che faresti tu. Non immaginarti con gli occhi puntati addosso, col giudizio che incombe. Pensa solo a quello che ti fa stare bene a ciò che ti rende felice, al tuo modo unico ed inimitabile di fare le cose. Io lo faccio disegnando e meditando ma ciascuno può cercare il proprio metodo e applicarlo.

Amati, trova un modo per farti contento, renditi felice e infischiatene del giudizio.

La propulsione perpetua viene attivata quindi quando trovi il tempo, ogni giorno, di motivarti con determinazione: vuoi raggiungere la meta e per farlo segui il tuo piano d'azione, la tua tabella di marcia, i tuoi programmi. Il giudizio degli altri in alcuni casi può essere utile per migliorarsi ma non dovrebbe mai essere il motivo principale che ti spinge ad intraprendere un percorso. Quello che fai lo puoi fare per te stesso, lo vuoi fare perché ti stimola, ti arricchisce, ti fa stare da dio e mai perché devi!

Questo sistema con me funziona alla grande.
Ditemi cosa fate voi per motivarvi, tenere alto il morale e migliorare la qualità della vostra vita.

venerdì 17 gennaio 2014

Connettoma.

Quello che la curiosità e la volontà umane hanno originato in capo alla scienza in questi secoli, ha permesso   di dare una serie di rispose a domande di enorme peso intellettuale fra le quali due in particolar modo difficili e pregnanti: da dove veniamo e di cosa siamo fatti. Palesato che fisica, cosmologia e astrofisica hanno risposto alla prima (attualmente in approfondimento con nuove teorie di meccanica quantistica) e chimica, biologia molecolare e genetica hanno risposto alla seconda, rimangono altre domande, per il momento, senza risposta.

Quali sono le ragioni che spingono al miglioramento della propria persona, del proprio status sociale, del proprio livello economico, del proprio benessere psicofisico,  in poche parole, all'aumento della qualità della vita? Cosa spinge un individuo a perpetrare determinati comportamenti sociali, a instaurare  certi schemi mentali alcune volte addirittura patologici?  Cosa "guasta" i meccanismi del pensiero e cosa, invece, li potenzia?
La domanda, quella che ci segue da quando siamo nati, quella per la quale chi si interroga è disposto a studiare, ad indagare, a porsi numerosi quesiti di differente natura e percorrere molteplici vie pur di trovare la soluzione,  è sempre la stessa: "Io chi sono veramente?"
Proprio da questa necessità di risposte nasce la scienza del futuro, una scienza della mente, anzi, del cervello. 
La neuroscienza, fra le tante cose, si prefigge di svelare la struttura biologica del pensiero, della memoria, dell'emozione, del comportamento; imponendosi di colmare le lacune della quasi obsoleta psicoanalisi. Disciplina, quest'ultima, povera di prove scientifiche atte ad avvalorare teorie che si stanno però dimostrando ottime intuizioni, punti di partenza, su cui indagare a livello più approfondito.

Così, data la vastità del lavoro da compiere, mentre ogni neuroscienziato si dedica ad uno specifico settore del complesso apparato cerebrale, ce n'è uno in particolare che ha una sua visione e una sua teoria e si propone di svelare la struttura stessa della coscienza. Sebastian Seung ha in mente di tracciare una mappa definitiva delle reti neurali che compongono il nostro sinstema nervoso centrale, il Connettoma, appunto. Questo, al pari del DNA in seno alla genetica, dovrebbe svelare le caratteristiche specifiche che ci rendono differenti gli uni dagli altri anche nelle facoltà cognitive.
Per condurre la medesima ricerca su un organismo semplice come quello del verme nematode Caenorhabditis elegans, possessore di solo 300 neuroni per un totale di 7000 modestissime connessioni, c'è voluto grosso modo un decennio. Progetto ambizioso dunque quello di Sebastian Seung date le non trascurabili differenze col nostro sistema neuronale dotato di 100 miliardi di neuroni e molte, molte migliaia di volte più connessioni.

Buona visione



 Per visualizzare il video sottotitolato in italiano segui il link qui sotto:

http://www.ted.com/talks/lang/it/sebastian_seung.html